Tempo fa scrissi un post su quella parola strana che sempre più spesso sentiamo in televisione o leggiamo sui giornali… il BRCA, questo sconosciuto. Può esserci il BRCA1 oppure il BRCA2 ma sono tante, troppe, le persone che non sanno bene di cosa si tratti.
Oggi è uno di quei giorni in cui ho voglia di fare chiarezza. Non sono un medico ma solo una giornalista e una tumorata quindi ho chiesto alla dottoressa Alberta Ferrari, senologa della breast unit del Policlinico San Matteo di Pavia, di darmi una definizione chiara per chi volesse saperne di più.
Ecco cosa mi ha detto:”Il BRCA (da BReast CAncer) è il nome di due mutazioni genetiche scoperte negli anni ’90 che predispongono allo sviluppo del carcinoma mammario e ovarico. Il carcinoma mammario BRCA associato si manifesta solitamente in età giovanile e presenta caratteristiche aggressive. Il rischio percentuale è variabile secondo i sottotipi di mutazione e in media quello al seno è di circa il 60% per il Brca1 e 2 (ma può arrivare oltre l’80 per cento). Il rischio di carcinoma ovarico, che è molto basso in assenza di mutazione, purtroppo sale fino al 40/60 per cento in presenza del gene Brca1 e del 15/20 per cento in presenza del gene Brca2″.
Bene, ora che sapete cosa è questo malefico Brca, c’è un passo successivo che tutti dobbiamo fare. Essere consapevoli che se nella nostra famiglia ci sono persone che si sono ammalate di tumore alla mammella o all’ovaio non si può far finta di niente. Se vi rendete conto che esiste una effettiva “familiarità” con questo tumore (che vuol dire 2, 3, 4 casi accertati nel proprio albero genealogico… e non: “Ma se ho una zia di quinto grado che si è ammalata di tumore al seno… Posso fare il test?!!”) , bene, allora è meglio parlarne al proprio medico o rivolgersi alle breast unit o ai centri specializzati della propria regione. Se gli specialisti riterranno che sia necessario un test genetico (che poi è un esame del sangue) partirà una ricerca più accurata e un percorso ad personam. Purtroppo non esistono ancora linee guida nazionali e c’è ancora una forte disomogeneità nell’approccio a questo tema così delicato (che impone poi riflessioni ulteriori sulla programmazione dello screening e su una eventuale chirurgia preventiva) ed è per questo che diverse associazioni di pazienti e medici, tra cui Senonetwork, si stanno battendo.
Recentemente si è creato un gruppo di donne (ma c’è anche qualche uomo, perché il tumore alla mammella colpisce anche loro) che ha unito le forze e ha voluto dedicare parte del proprio tempo alla diffusione delle informazioni utili per la prevenzione e la diagnosi precoce… Queste donne si trovano in un gruppo chiuso (per ragioni di privacy) su facebook (se vi interessa cercate BRCA1-BRCA2 – Nazionale Italiano e chiedete di diventare membri) e si sono unite anche in una Associazione, la ABRCADABRA (di cui sono socia).
E per questo ho deciso che quest’anno devolverò il mio 5X1000 proprio alla Onlus aBRCAdabra l’associazione nazionale che rappresenta le persone con mutazione genetica BRCA e i diritti delle persone predisposte al tumore al seno e all’ovaio.
Perché? Perché conosco chi ci sta dietro (cosa non da poco, ai giorni nostri) e perché sono convinta che sia fondamentale per le ragazze e i ragazzi di oggi conoscere la loro storia familiare e essere attrezzati e armati per affrontare i pericoli che a volte si annidano nel nostro stesso Dna. Mamme, sorelle, figlie ma anche padri e figli maschi… Siamo tutti potenzialmente coinvolti e conoscere la nostra storia può aiutarci a vivere meglio. Alcune ragazze tumorate, con l’aiuto di molte “colleghe”, hanno creato una mappa per il test genetico e per fortuna i centri attrezzati stanno aumentando.
«Andiamo avanti per tutti e tutte le Wondy di domani»
Se volete sostenerci, l’occasione del 5×1000 è ghiotta e non costa nulla.
Su Facebook ora mi trovate come Francesca Del Rosso Wondy.